Perché Capo Nord Ho sempre voluto pormi delle mete di viaggio, mi conosco, se ho degli obiettivi mi metto in gioco. Inizialmente pensavo di andare in Irlanda, ma poi mi…
Perché Capo Nord
Ho sempre voluto pormi delle mete di viaggio, mi conosco, se ho degli obiettivi mi metto in gioco. Inizialmente pensavo di andare in Irlanda, ma poi mi son detto: “che sbatti 3 traghetti più la Manica” e alla fine a pochissimi giorni dalla partenza ho dirottato sulla meta più ambita dai motociclisti: Nordkapp: il punto più a nord d’Europa raggiungibile via terra. Ci sono già stato in occasione di un viaggio d’inverno nel 2012 e sapevo che il paesaggio meritava tantissimo, poterla rivivere in moto sarebbe stato emozionante oltre al fatto che andare a Capo Nord con un volo diretto per Tromso è diverso che arrivarci con le proprie forze da Milano e sopratutto in solitaria.
L’itinerario (Andata 5144 km – Ritorno 4509 km)
Preparativi
I preparativi sulla moto sono stati sia quelli classici del tagliando (olio e filtro) sia straordinari come i 2 dischi anteriori Breking Wave, pastiglie Brembo e pneumatici nuovi. Ho rimontato le Michelin Road 5 con cui mi sono trovato bene avendo percorso 15 mila km, si sono sempre comportate bene anche sul bagnato. Ho ricomprato le staffe Givi per rimontare il bauletto ed ho fatto un paio di acquisti su Amazon: Pompa elettrica per la pressione delle gomme e sella fresh della Tucano.
Sinceramente non mi sono preparato altro. Non ho prenotato alcun posto per dormire, di solito prenoto quando sono stanco e voglio fermarmi, per queste prenotazioni uso sempre Booking. Ho guardato più volte la strada su Google Maps ed ho pensato per l’occasione del grande viaggio di allungare per l’Olanda per andare a trovare mia sorella Raffaella & family. Questo scherzetto mi è costato circa 500 km in più ma li ho fatti col cuore e mi ha fatto davvero bene rivederli. Per l’abbigliamento sono partito con giacca estiva con antivento ma sapendo che nella penisola scandinava le temperature sarebbero state inferiori ai 15°C, ho messo in borsa anche una maglia termica e un pile. In più rigorosamente la tuta antipioggia completa anche di copriscarpe. Oltre al bauletto ho montato la borsa Givi 40l sulla sella del passeggero, è comodissima ed è anche completamente antipioggia. In questa ho messo i viveri per la sopravvivenza (pasta, sale, cibi in scatola, barrette di cioccolato) + antipioggia + cavi e cavetti vari. Nel bauletto invece una borsa con tutti i vestiti e il pc portatile che mi serve per ogni evenienza (scaricare SD, guardare l’itinerario e aggiornare il mio excel di viaggio).
Km percorsi in totale: 9653 km Pernottamenti: 718 € Carburante: 1150 € Numero di volte che sono stato dal benzinaio: 60 Totale pedaggi/traghetti: 217 € Pasti: 313 € Multe: (non si sa ancora) Imprevisti/altro: 250 € Costo totale del viaggio: 2650 € (andata 1802 €, ritorno 847 €) Costi per preparazione moto: 760€
La Strada della Forra è un vero gioiello incastrato nella roccia, inaugurata nel 1913 è stata definita “l’ottava meraviglia del mondo”. Da Milano si raggiunge in circa 2 ore percorrendo…
La Strada della Forra è un vero gioiello incastrato nella roccia, inaugurata nel 1913 è stata definita “l’ottava meraviglia del mondo”. Da Milano si raggiunge in circa 2 ore percorrendo a bomba l’A4 fino a Brescia, per poi tagliare dentro verso Salò sul lungolago occidentale.
Il percorso più bello è lungo appena 6 Km ma si può allungare come ho fatto io per tornando a Salò passando per il Caseificio Alpe del Garda dove ho mangiato benissimo. Continuando poi verso Piovere sono ritornato sul lungolago. La strada è molto veloce, bisogna comunque prestare attenzione ad alcune buche e alle auto dal senso opposto in quanto questa strada, nonostante sia molto stretta, è a doppio senso.
Il primo tratto va percorso a passo d’uomo per ammirare ogni centimetro di questo itinerario unico al mondo. Tante moto e poche auto per fortuna ma è sempre meglio evitare di andarci di domenica dove c’è comunque più passaggio.
Day 1 – La partenza Mi sveglio alle 7:30. Non ho dormito come gli altri giorni. Ho dormito con un sonno meno profondo, sarà stata l’eccitazione da partenza. Vado in…
Day 1 – La partenza
Mi sveglio alle 7:30. Non ho dormito come gli altri giorni. Ho dormito con un sonno meno profondo, sarà stata l’eccitazione da partenza. Vado in bagno a controllarmi la lingua (due giorni prima di partire me la sono morsicata mentre mangiavo, ho sanguinato per 24 ore). Fortuna che questo non mi abbia impedito di partire. La fame chimica mi assale… non mangio da due giorni per questa ragione, la mia alimentazione è stata a base di yogurt e gelato. Inizio a riempire la nuova borsa Givi 40l. Vado giu a montarla sul sellino, quindi posso partire! Doveroso il passaggio da Marco di CarZurigo dove saluto tutti i vari sciuri del sabato mattina. Caffè e proseguo verso Pavia, Tortona, Genova. Essendo in netto anticipo non ho fatto l’A7 ma le strade interne, così iniziavo a scaldare le gomme per il lungo viaggio che mi attendeva. Erano centinaia le moto… abbiamo atteso giù circa 2 ore.
Una volta su, appena essere risalito dal vano garage vedo la prima gente in infradito, ho pensato subito “che bello c’è la spa”, poi mi hanno detto che la nave dopo Barcellona avrebbe proseguito a Tangeri, in Marocco. Prendo la chiave e cerco la mia cabina. Non ero mai stato su una nave prima d’ora, mi sentivo un po’ spaesato. In cabina conosco Vincenzo, anche lui biker solitario che chiamerò Giggino perché ricordava molto Di Maio sia nell’aspetto che dall’accento napoletano. Andiamo a cena insieme e lì conosciamo altri 4 ragazzi in viaggio in moto da Milano. Il bello di viaggiare soli è che trovi altri disadattati come te! E così fu. Seratona a base di birra, vino e prosecco. La notte non è stata delle migliori perché il terzo componente della nostra cabina era un tedesco che russava.
Day 2 – L’arrivo a Barcellona e la prima multa
Il risveglio è stato un po’ traumatico per le oscillazioni della nave. Faccio subito una doccia dentro quel bugigattolo, poi colazione. Dal megafono annunciano che siamo in anticipo e che saremmo arrivati alle 11:30. Inizia ora il vero viaggio.
A Barcellona approfitto per fare una rapida sgasata tra il Porto Olimpico e la Sagrada Famiglia poi con l’Avenida Diagonal vado fori dai ball. Mi dirigo a bomba verso Peniscola, prima che inizi a piovere. Erano però già le 13:30 e la fame iniziava a farsi sentire per cui faccio attenzione se scorgo un posticino aperto durante questa uggiosa giornata di Pasqua. A Vallirana scorgo un kebabbaro ma non faccio in tempo a fermarmi per cui accosto più avanti, faccio inversione e poi ancora inversione per parcheggiare lì davanti. Entro, ordino, e sento dirmi “la policía te está dando la multa” esco per capire cosa succede. Non vuoi che questi erano appostati ad aspettare che io facessi inversione? Mi hanno visto da 1km!! Mi chiedono i documenti e mi sarei aspettato un sorriso e un “la prossima volta non farlo e stai attento”. E invece tira fuori il blocchetto e mi fa 200 euro di multa.
Ma siamo fuori di testa?? 200 euro per una inversione in paese? Mi dice che se non pago c’è il ritiro del mezzo e che se avessi pagato subito sarebbe stata scontata del 50%. Tiro fuori il cash e pago. Ah… poi aggiunge che mi avrebbero scalato 3 punti… così. Difatti erano anni che mi lamentavo di averne 30. Saluto gli sbirri e torno a prendere il kebab, l’ho mangiato con la multa in mano. Proseguo verso Tarragona, facendo molta attenzione alle inversioni di marcia (la punizione devo dire che ha funzionato). Inizia a fare davvero freddo, dopo un cambio rapito e due foto al mare agitato torno in sella e arrivo a Peniscola, un comune di 6000 abitanti con una stupenda rocca medioevale dove è stato girato il Trono di Spade. Cena a base di Jamon Iberico e una Cerveza nelle strettisime vie del centro terminano questa seconda giornata del viaggio, nonché la prima in Spagna.
Day 3 – Un deserto inaspettato
Una corsa contro il tempo per evitare la pioggia. Mi dirigo verso Alicante dove non danno pioggia in mattinata. Durante il tragitto incrocio un cartello che mi indicava un deserto, l’ho seguito. Gran belle curvette per arrivare su, peccato per l’asfalto bagnato per cui dovevo andare adagio. Si nota subito il colore delle rocce rossastre che fa molto film western. Mi trovo al Deserto de les Palmes. Continuo per l’autovia (chiamano così la strada senza pedaggio in Spagna) mentre quella a pagamento è l’autopista, chiaramente un riferimento al fatto che se paghi puoi andare più veloce come se fossi in pista.
L’autovia tuttavia è perfetta come se fosse la nostra autostrada, i limiti variano da 80 a 120. Arrivo a Valencia dove mangio la paella con gigino (il ragazzo conosciuto in cabina). Facciamo poi il giro classico all’acquario e ci mettiamo in sella verso Alicante cercando di lasciarci la perturbazione alle spalle (cit. Furio) ma qualche goccia l’abbiamo presa.
Ho rischiato di rimanere a secco come al solito perché l’unico benzinaio trovato era abbandonato… ma ce l’ho fatta. Arrivati ad Alicante troviamo un hotel con parcheggio privato, nella Calle Gravina, nome che ricorda il mio paese natale in Puglia. Ad Alicante raggiungiamo due amiche di Gigino, la serata finisce in chiasciara anche con i loro genitori. Poi andiamo anche a perdere tutto al casino.
Day 4 – Capo de Gata sotto la pioggia torrenziale
Una ricca colazione ad Alicante ci permette di caricarci per questa giornata ricca di chilometri sotto la pioggia. Partiamo verso Capo de Gata, una lingua di terra sul mare che vale la pena vedere. Vincenzo imposta il suo Google Maps, lo seguo. A pranzo ci fermiamo in un benzinaio per la forse pioggia. Ci cambiamo con le tute antipioggia, a me però mancano le coperture per le scarpe, così chiedo due sacchetti di plastica. Con quelli riesco ad arrivare a Capo de Gada praticamente asciutto.
Posto tranquillo, ci siamo solo noi sotto la pioggia. Piccola sosta per sgranchirci dalla tensione della guida sotto il temporale e ci rimettiamo in marcia verso Tabernas, il deserto dove Sergio Leone ha girato la maggior parte dei suoi film. Posto incantevole che ricorda i deserti dell’Arizona.
Proseguiamo verso la Sierra Nevada, qui la temperatura scende tantissimo. Io non avevo il termometro sulla moto quindi ero ignaro di tutto. Sentivo che faceva sempre più freddo ma non avevo proprio idea di quale temperatura ci fosse. Poi Gigino mi ha detto che la sua moto segnava 6°C che con un abbigliamento primaverile non era proprio confortevole. Finalmente superiamo il tratto più freddo per arrivare a Granada dove prendiamo l’Hotel più vicino all’Alhambra. Qui ci riposiamo un attimo poi arrivano due amiche di Gigino con cui passiamo la serata tra le vie del centro. Abbiamo passeggiato per le viuzze incrociando anche la Cattedrale.
Day 5 – Gibilterra e l’arrivo a Tarifa
Parto dalla freddissima Granada, ero venuto in Spagna per sole e mare, tutto l’anno in costume, invece esce il vapore dalla bocca. Prendo la A7 fino a Malaga. Stupenda ma essendo lavorativo anche molto trafficata, ma io non ho nessun problema nei zig zag tra le auto, è il mio pane quotidiano a Milano, praticamente mi sento a casa per andare in ufficio! Mi dirigo verso la spiaggia, deserta. Qualche foto e poi vado verso Terremolinos. Da qui in poi sembra di essere in California. Esattamente vado a Benalmádena. Pulula di americani, ed anche lo stile un po’ kitch e’ molto americano. Qui pranzo con le due ragazze di ieri, Deborah e Silvia. Una giretto al volo e poi mi fiondo a Tarifa. Nel tragitto incrocio il cartello di Gibilterra… non posso non deviare.
Devo essere sincero, non ricordavo che Gibilterra fosse uno stato a se’. Per cui supero una sorta di dogana per lasciare la Spagna, per un momento pensavo mi stessi imbarcando per il Marocco, invece era un confine di stato. Hanno addirittura delle targe GBZ e forse una loro moneta. Supero un tunner polveroso scavato nella roccia ed arrivo allo stretto di Gibilterra. Stupendo, è affascinante vedere il continente africano all’orizzonte.
Qualche foto e poi torno sulla strada per Tarifa dove mi attende la prenotazione per l’Hotel Dos Mares, uno stupendo complesso sull’Oceano Atlantico dove ho prenotato un bungalow a due passi dalla spiaggia. Questa è la prima notte in cui Fazer resterà fuori, e durante la notte danno pioggia.
Day 6 – La linea dei due mari
Dormire coccolati con le onde dell’Oceano è stato stupendo, tanto quanto al risveglio sentire la pioggia torrenziale. Mi armo di pazienza e di tuta antipioggia e mi avvio verso Punta de Tarifa, la linea di terra che divide il Mar Mediterraneo dall’Oceano Atlantico. Se vede di netto che i due mari hanno intensità di onde diverse.
Dopo 1000 foto a questo fenomeno terrestre vado via sperando che lasciarmi la pioggia alle spalle. Destinazione Siviglia dove mi aspetta Sabrina per pranzo. Arrivo leggermente in ritardo, la pioggia mi ha rallentato. Dopo pranzo l’obiettivo è raggiungere Cordoba dove poi incontro di nuovo Gigino (Vincenzo). Mi fa vedere il suo hotel, io il mio. Ma io ho scelto questo perché aveva il garage per la moto. Seratona ignorante al mercato, ho ricordi confusi ma qualche foto poi ritrovata nella gopro.
Day 7 – I mulini a vento e Madrid
Che mal di testa, devo assolutamente fare colazione. Me la prendo molto con calma. Parto alle 11:30 verso Consuegra. Ci arrivo alle 15 dopo parecchie soste. Posto unico. Arrivo in cima dove ci sono 12 mulini e un castello. Sono gli stessi 12 mulini che hanno ispirato Cervantes nel Don Chisciotte.
Sono solo e faccio la mia foto top. Dopo 5 minuti 2 autobus pieni di Giapponesi rompono quella magia che si era creata, per cui sposto la moto, faccio due passi e poi taglio la corda perché devo assolutamente arrivare a Madrid in tempo perché vorrei salutare Giacomo, un amico di vecchissima data. Guido per la prima volta a Madrid, devo dire che è abbastanza complessa. L’intera città è attraversata da molte tangenziali ed ogni uscita si dirama in molte direzioni, seguire il navigatore mentre ero in moto non è stato semplicissimo ma ci sono arrivato. Prima però volevo passare davanti al nuovo quartiere dei grattacieli che si chiama Cuatro Torres Business Center. Con Giacomo esco a cena in centro in un posto stupendo che si chiama Perrachica. Oltre ad aver mangiato benissimo dopo una certa ora si trasforma in una sorta di lounge bar, si abbassano le luci e c’è musica fino a tardi. Questa sera però reduce dalla serata di Cordoba devo lasciare la scena all’1:00, sono parecchio stanco e domani mi aspettano molti km verso le Bardenas Reales.
Day 8 – Finalmente sterrato
Non mi sembra vero di essere al secondo giorno di sole, mi svegliano i primi raggi di luce prima ancora che suoni la sveglia. Doccia, colazione, saluto Giacomo & family e mi dirigo verso Medinaceli, un antico borgo a 1200mt ma alla fine nulla da dire wow… un arco Romano bellissimo, vista bella ma dopo 20 minuti ed un panino che non ho potuto pagare perchè non avevano il bancomat sono andato via in direzione Navarra!
Finalmente dopo 10 anni torni al Deserto delle Bardenas Reales, ma questa volta in moto. Raggiungo l’Hotel lascio tutto ciò che è di peso e vado a bomba verso il deserto dove ci resto dalle 16 alle 20. Un percorso di circa 30km su sterrato battuto, non difficilissimo da percorrere con la mia sport touring. Ogni angolino ispirava delle gran foto, sembrava di essere alla Monument Valley! Ho incrociato pochissimi turisti e qualche biker. Io ero super eccitato all’idea di essere in un deserto da solo con la mia moto.
Le foto non potranno mai descrivere realmente quello che si prova. Inizia a venirmi fame e torno all’Hotel che è a poco piu’ di 15 minuti di strada (ho prenotato all’Hotel elVILLA. Comodo perchè vicino al deserto ed ha il parcheggio interno. Un hotel per camionisti, la cena era a buffet e con 17 euro prendevi tutte le portate che volevi … insomma, ceno, recuperando il panino non mangiato a Medinaceli, e vado a dormire.
Day 9 – Si torna verso Barcellona
Ebbene, il risveglio dell’ultimo giorno di viaggio è sempre meno eccitante degli altri risvegli. Me la prendo molto con comoda, quasi a sperare di non fare in tempo per prendere il traghetto che partirà questa sera da Barcellona. So’ che devo percorrere circa 4 ore in sella. Penso che dividerò 2 al mattino con passaggio da Saragozza e 2 ore al pomeriggio diluite con le varie soste. I vestiti sanno di benzina, la giaccia da moto è piena di insetti spiaccicati. Dopo 9 giorni si sente la stanchezza dell’aver viaggiato senza sosta. Eppure andrei sul sito della GNV e cancellerei il traghetto per il ritorno facendomi il tratto Barcellona Milano in moto… ma la cifra non viene rimborsata interamente.
Day 10 – Un giorno di navigazione
Non finiscono mai queste 18 ore in nave, approfitto dunque per mettere giù questo articolo che ora state leggendo.
Ed eccomi di nuovo qui, nella mia città, la città che amo. Questo viaggio non lo dimenticherò, come anche tutte le persone che ho conosciuto.
La mia prima vera esperienza di raduno invernale l’ho vissuta ieri all’Agnellotreffen a quota 1615 metri, a Pontechianale, in Valle Varaita (Cuneo). Ho potuto testare le nuove Michelin Road 5…
La mia prima vera esperienza di raduno invernale l’ho vissuta ieri all’Agnellotreffen a quota 1615 metri, a Pontechianale, in Valle Varaita (Cuneo). Ho potuto testare le nuove Michelin Road 5 e devo dire che si sono comportate molto bene sia su strada bagnata che su asfalto leggermente ghiacciato, guidando ovviamente con prudenza.
Cosa portare ad un raduno invernale?
Vi incollo il mio inventario: – Tenda – Sottotenda (per isolamento termico) – Sacco a pelo invernale – Tappetino gonfiabile – Coperta – Torcia da testa – Coltello – Accendini per accendere il fuoco – Kit medico per moto – Gopro – Caricatore accendisigari per moto – Guanti – Cappello – Scaldamani – Scaldacollo – Fazzoletti – Carta igienica – The in bustine – Tazza – Termos – Maglia e pantaloni termici – Pantaloni moto invernali – Scarpe invernali moto – Paraschiena esterno … e ovviamente il vostro mezzo e la voglia di libertà!
Oggi è il mio compleanno, non c’è miglior regalo che prendere il Fazer e spararsi un bel giro con curvette. Questa mattina c’è stata molta foschia a Milano, la speranza…
Oggi è il mio compleanno, non c’è miglior regalo che prendere il Fazer e spararsi un bel giro con curvette. Questa mattina c’è stata molta foschia a Milano, la speranza è stata quella di salire il più possibile di quota per vedere un po’ di cielo azzurro. Abbozzo in meno di 10 minuti un giretto di 4 ore (200 km).
Vi condivido l’itinerario:
Parto da Milano, percorro tutta la tangenziale est a palla, dopo Merate c’è la prima deviazione per Val Imagna (SP 177). Dopo Torre de’ Busi inizia una serie lunghissima di tornanti mozzafiato che portato su a Valcava, un belvedere a 1350 metri da cui si vede tutta la Pianura Padana. Mi fermo al Chiosco del Passo Valcava per un buon panino con la salamella.
Scendo dalla parte opposta verso Valsecca, Selino Basso, Berbenno, Gerosa. Da qui iniziano le curve più belle e veloci!
Proseguo fino a Olda dove prendo la deviazione per Valsassina che porta verso Lecco. Da qui inizia la strada strettissima e con meno auto in assoluto! Con i colori dell’autunno è davvero magica
Vi racconto della mia ultima avventura in moto in solitaria, dal 2 al 16 di agosto, un lungo e meraviglioso tour di 3400 km alla scoperta dei posti più remoti…
Vi racconto della mia ultima avventura in moto in solitaria, dal 2 al 16 di agosto, un lungo e meraviglioso tour di 3400 km alla scoperta dei posti più remoti e meno convenzionali d’Italia con partenza da Milano. Day 1: 350km. Gomme sbucciate già nelle prime curve prima di Genova, il viaggio inizia bene, proseguo per Santa e Portofino, bellissime, il primo vigile che mi sente arrivare mi ferma, non venivo fermato da quando avevo 18 anni (in scooter senza casco)… dice di avermi visto sorpassare con la linea continua ma alla fine documenti ok ne esco illeso, tiro un sospiro di sollievo e proseguo verso le Cinque Terre, l’aria è sempre più fresca e le nuvole grigie all’orizzonte si avvicinano. Inizia a grandinare e non vi è riparo, nessuna delle galleria aveva una piazzola di sosta…
riparto verso Vernazza e Corniglia, curvette spettacolari, pochissime auto e paesaggio mozzafiato.
Arrivo a La Spezia, prima di oggi non credevo esistesse realmente, un po’ come il Molise. Mi hanno sempre raccontato che i Liguri non sono il top per simpatia e accoglienza. Al momento ho incontrato solo persone disponibili, non saranno del posto?
Day 2: 230 km. Una giornata dedicata alle persone che volevo rivedere. Mi sveglio a Le Grazie (piccola frazione di La Spezia), non so ancora dove andare, chiedo consiglio alla sciura della reception che senza esitare mi indica Montemarcello. Faccio prima una capatina a Portovenere poi inizio a salire su Montemarcello attraversando La Spezia.
Curvette niente male tra la vegetazione incontaminata. Da qui si vede tutto il golfo di La Spezia. Il bello dei posti non turistici è proprio quello di non trovare tonnellate di gente. Mi dirigo verso Livorno a trovare Francesco & family, con cui ho condiviso i 5 anni delle elementari, in Toscana ormai da 20 anni. Mi accolgono sempre con amore. Poi ho l’occasione di vedere Follonica dove incontro Manuel. Mi perdo tra le campagne toscane per salutare anche Silvia che si trova a Grosseto, ma prima mi fermo per un tramonto… uh arriva la pioggia devo fare in fretta!
Day 3: 200 km. Parto da Grosseto verso una meta consigliata da Luca e Marco: Porto Santo Stefano, molto bella grazie per il suggerimento, un bambino mi ha anche fatto una foto.
Ho approfittato per pranzare ad Orbetello dove si trova un famoso mulino nella laguna. Qui con 7,60€ ho mangiato 2 pizzette, 1 coca, 1 acqua, 1 caffe. Riparto verso l’entroterra, sconfino la Toscana, entro nel Lazio. Le strade bucate e la desolazione regna padrona ma solo per i primi km. Il paese più triste in assoluto che io abbia mai attraversato si chiama Tuscania (8000 abitanti). Proseguo impaurito verso Civita salendo verso Montefiascone quando mi accorgo che in cima ad una collinetta un mucchio di persone osservano qualcosa. Incuriosito parcheggio il Fazer e chiedo informazioni, mi dicono che attendono il passaggio delle frecce tricolori. Tempismo perfetto! Tutto bello tranne quei nuvoloni neri all’orizzonte… mancano solo 20 minuti per Civita di Bagnoregio quindi guardo le frecce (lontanissime) e riparto prima che venga giu il finimondo, ecco mentre mi avvio inizia a piovere, arrivo a bagnoregio ed è un bagno in tutti i sensi. Attendo che spiova insieme a 2 giappotaiwanesi con cui dialogo in inglese maccheronico e racconto del mio viaggio. Riflettevo sul fatto che sono sempre con le allstars quando piove… Mi rimetto in sella per raggiungere l’agriturismo sperduto nelle campagne Umbre, vengo accolto con una birra ghiacciata al mio arrivo, top. Il proprietario è troppo accogliente e simpatico, mi dice che per il temporale è andata via la luce, non ho potuto fare a meno di documentare la cucina con le candele accese ?, la corrente è comunque arrivata poco dopo. Mi dice che servono la cena alle 20:15 e che mi ha messo al tavolo con altri biker solitari pazzi come me. È finita in chiasciara.
Day 4: 330 km. La giornata più faticosa ma anche la più ricca di curve e di scenari wow. Grazie al suggerimento del biker Marco mi dirigo verso le Cascate delle Marmore. Spettacolari. Ho camminato un bel po’ tra i sentieri del parco. Peccato le recinzioni che rendono meno wild l’attrazione. Il panino con la porchetta è d’obbligo. Riparto verso Campo Imperatore, vedo scenari mozzafiato lungo il tragitto, motivo per cui le varie pause mi sono costate molte ore col culo in sella. Non tutti sanno che qui hanno girato parecchie scene del film Lo chiamavano Trinità. Arrivo in cima al Monte San Franco, una delle montagne del massiccio del Gran Sasso. Qui conosco Carlo (nome di fantasia non ricordo il vero nome) che mi scatta una foto e mi accompagna fino al bivio per Campo Imperatore. Con lui inizia a piovere, al bivio ci dividiamo ed io continuo a salire, verso le nuvole grigie guarda caso. Le michelin pro pilot road 4 stanno facendo il loro dovere. Arrivo in cima a Campo Imperatore (2100mt) abbastanza bagnato ed infreddolito. Pazienza, metto l’antivento, mi godo il panorama e dopo qualche foto e una birretta torno a valle in cerca disperata di un benzinaio. Non l’ho mai desiderato così tanto… restare con una tacca in mezzo al nulla con freddo e pioggia mi angosciava. Dopo un bel po’ di strada vedo in lontananza una Tamoil come se fosse acqua nel deserto. Dopo il pieno si sono susseguite sgasate inquinanti e impennate di gioia. Dopo i 30 secondi di delirio inizio ad avere fame e mi rendo conto di non sapere né dove mangiare né dove dormire. Guardo la mappa e cerco di avvicinarmi alle Gole del Sagittario (che volevo fare oggi) per cui a caso punto la città di Sulmona (a 40 minuti dal famoso benzinaio). Un bel centro storico, c’è anche la banda, tanti vecchi tanti bambini… insomma domani scappo ?
Day 5: 230 km. Oggi sono stato in paradiso, credevo di essere morto e che tutto ciò che vedevo non fosse reale. Ho dormito molto bene stanotte, più vado verso sud e meno caldo trovo, stupendo. Parto verso le Gole del Sagittario che sono ad appena 20 minuti. Metto sotto il jeans il costume perché vorrei anche farmi un bagno all’Eremo di San Domenico. Da qui ho 2 possibilità: o continuo nell’entroterra o vado verso l’adriatico… ci penserò più avanti. Supero le gole (insenature tra le rocce stupende dove ho fatto mille foto) ed arrivo al primo laghetto di San Domenico, stupendo e cristallino. Parcheggio la moto sotto la roccia franante e vado verso il lago. Mi spoglio entro in acqua e dopo qualche secondo sento i crampi ai piedi, gelata!!! Niente da fare ecco perché non c’era nessuno ahah prendo un po’ di sole e litigo con le anatre poi riparto per il lago di Scanno. Mi vorrei fermare ad ogni curva, ho visto anche un cervo attraversare la strada, educatamente. Mi sembra di essere allo Yosemite Park in California, invece sono in Abruzzo, ad averlo saputo prima non spendevo 700 euro di volo. E pensare che tutta sta meraviglia te la perdi quando fai l’A14 a cannone. Continuo lungo la via fino a lago di Scanno. Troppa gente, proseguo fino al lago di Barrea. Molto bello e pieno di canoe. Mi ci fermo sopratutto perché sento odore di carne. Qui fanno gli arrosticini tipici abruzzesi, per cui la tappa è davvero obbligatoria! Mi rimetto in sella fino ad Isernia per bere un caffe, mi viene dato anche il resto di 20 centesimi… sono proprio arrivato al sud. Guardo la mappa e mi rendo conto di essere ancora lontano dalla Puglia… devo pianificare un’altra tappa per dormire, cercando di trovare un posto dove ho meno probabilità che mi fottano la moto.
Tipici cartelli stradali in Molise
Mi sparo il passo per arrivare a Gildone, poi riscendo per Campobasso. Ho deciso di punirmi rimanendo a dormire in Molise, sono stanco per proseguire. Ps.: Oggi non ha piovuto.
Day 6: 310 km. Finisce qui la prima parte del mio viaggio per un totale di 1655 km. Durante questo viaggio ho incrociato paesi con nomi buffi come Bastardo, Gambatesa, Frattura, Troia, Marpione. Arrivare in Puglia mi da sempre quella sensazione di tranquillità perché ci sono nato, è la mia terra. In moto la si vive diversamente, ha decisamente un aspetto più bello e più completo. Per arrivare a destinazione sono passato da Foggia per pranzare con Antonio, ho continuato poi lungo la Basilicata per vedere un luogo che non vedevo da molti anni: il Lago di Monticchio, sul Monte Vulture, uno dei più antichi vulcani inattivi dell’appennino meridionale. Da qui proseguo ancora per 2 ore verso Gravina che è la mia destinazione finale. Un grande traguardo aver percorso buona parte dello stivale attraversando 9 regioni (ho contato anche il molise), tanti dialetti ma con, in comune, una gran voglia di accoglienza e amore per la propria terra.
Day 7-9: 150 km. Mi sono goduto la mia terra, i luoghi in cui sono cresciuto, la famiglia e i compagni d’infanzia. Oggi riparto per nuove avventure, il tempo è incerto ma in qualche modo ce la farò. Sosta a Matera obbligatoria.
Day 10-11: 350 km. Una giornata passata nella quiete della Basilicata. Prendo subito la pioggia nei primi chilometri. Proseguo fino a Moliterno, al confine con la Campania dove mi fermo una notte dalla famiglia di Marta ♥️ Riparto al mattino verso Salerno, passo attraverso Montesano sulla Marcellana, un bellissimo borgo dove prendo un caffe, il primo caffe Campano. Per la prima volta percorro la Salerno Reggio Calabria, gratuita e perfetta. Mi porta in meno di 2 ora a Salerno dove mi aspetta il mio amico chef Antonio che mi fa mangiare di tutto (invano la mia richiesta di rimanere leggero). Dopo 1 ora di abiocco violento post pranzo mi rimetto in sella lungo la Costiera Amalfitana. Mi sarò fermato una quarantina di volte, ad ogni curva un paesaggio spettacolare differente: Maiori, Atrani, Amalfi, Conca dei Marini, Praiano, Positano, Sorrento. Tutte bellissime. Tanto bella la scogliera quanto stancante, sotto il sole in moto è dura. Decido di dormire a Pompei dove incontro Rosa & family, una ex collega di Milano che non vedevo da anni ♥️ Da Pompei è tutto, domani cercherò di salire sul Vesuvio e poi il mio viaggio proseguirà verso nord.
Day 12: 260 km. Una giornata vulcanica, in tutti i sensi: parto da Pompei verso il Vesuvio. Passaggio traumatico per Torre Annunziata, per proseguire lungo la cinconvallazione di Napoli piena di rifiuti a bordo strada, in questo istante l’unico pensiero è quello di superare questo tratto di strada, intanto penso: “ma i napoletani, quelli civili, non si lamentano di tutto ciò?” Vabe’ proseguo. Finalmente inizio a salire sul Vesuvio, belle curvette, arrivo a 800mt. Solo le moto possono arrivare fino in cima per cui mi fanno proseguire al primo stop, dunque arrivo a quota 1000mt. Parcheggio 3 euro, biglietto per salire 10 euro, il bigliettaio lento comelammerda. 2h di cammino tra salita e discesa a piedi per il tratto restante. Gran bella vista di Napoli e di tutta la costa. Il cratere si vede benissimo. Tutta la zona è tenuta abbastanza bene, ne è valsa davvero la pena. Dopo pranzo riparto verso Frosinone, scelta a caso per un discorso chilometrico. Scelgo un hotel che puzza di capra, mi doccio ed esco per farmi uno spritz. Qui un aperitivo con spritz costa 4 euro. Me ne faccio 3 per pareggiare il costo di Milano. Poi vedo due amiche che mi portano in giro per la grandissima metropoli. Ci spostiamo ad Alatri per il festival del folclore nel cuore della Ciociaria. Arietta fantastica dormirei qui invece di tornare nell’hotel che sa di capra.
Day 13: 570 km. Tanti chilometri e tanta pioggia. Parto da Frosinone dall’hotel a cui lascerò una recensione negativa e parto a bomba verso la Toscana. Nel mentre un caffettino a Roma ci sta tutto. Foto al colosseo e via.
Mi rimetto in strada e viene giù il diluvio universale. Tanta pioggia, fulmini e anche un piccolo tornado in lontananza.
Trovo riparo insieme ad altri biker sotto un cavalcavia (che di sti tempi non è neanche il posto più sicuro), ho appreso poco dopo della tragedia di Genova.
Riparto e arrivo in orario a Viareggio, per fortuna faccio tutto il viaggio con una temperatura piacevole. Incontro qui una mia amica che mi porta a Pisa dove prenoto al volo un albergo. Sono fortunato c’è anche un bellissimo tramonto. Domani mi godo una giornata di relax e farò, tempo permettendo, il mio primo bagno in mare!
Day 14: 140 km. Ho aspettato l’ultimo giorno per godermi un po’ di mare! Quasi l’intera giornata! Poi nel pomeriggio al lago di Massaciuccoli (che io chiamo Massachussets) e Oasi Lipu.
Torno a Pisa per l’ultima notte di questa lunga zingarata in moto in solitaria. Sono a quota 3135 km. Domani gli ultimi 300 per tornare a Milano. Sono un po’ triste di tornare a casa, la vita da biker mi piace tanto, scoprire posti nuovi, conoscere gente, vivere gli imprevisti del viaggio come i 6 acquazzoni, incontrare amici di vecchia data in giro per l’Italia. Ecco, quando si va in Africa si dice di aver il mal d’Africa quando si ha la nostalgia di ritornarci, io avrò il mal d’Italia. Questa esperienza non la dimenticherò mai.
Day 15: 300 km. Il mio viaggio in moto termina qui. 15 giorni, 3340 km, 6 acquazzoni, 500 moscerini spiaccicati su casco e giacca, 1000€ costo totale viaggio, 11 regioni attraversate, 8 luoghi patrimonio dell’Unesco visitati, 18 pieni benzina, xx punti patente persi (lo saprò tra qualche mese), 1 sosta vigili per controllo. Molti mi hanno chiesto con quanto tempo in anticipo ho organizzato il tutto. In linea di massima ho organizzato una bozza di tragitto 2 giorni prima ma solo giorno per giorno ho deciso dove rimanere a dormire e cosa vedere. Ogni città in Italia merita di essere visitata ed in ognuna di essa, in un raggio di 50 km, si cela un piccolo tesoro. Viaggiare in Italia è semplice. E’ bella tutta.