490km (Tallin, Estonia – Siauliai, Lituania)

Mi sono svegliato presto perché ho la nausea di questa puzza di moquette. Vado a farmi una doccia, è la prima notte che sudo, avrò fatto gli incubi o non sono più abituato ai 20°C. Ieri nel tentativo di mettere le birre nel frigo (nella sala comune dell’ostello) ho scoperto che quello in realtà era un’asciugatrice, così ho lavato la biancheria a mano con il sapone delle mani che c’era in bagno. Stamattina l’ho trovata asciutta ma tipo di cartone… vabe’ si ammorbidirà indossandola.
Prendo il caffè annacquato e parto. Lascio Tallin e lascio l’Estonia.

La mia camera nell’Ostello di Tallin

La strada mi porta a Riga, capitale della Lettonia (lo so che lo sapete ma lo scrivo per me così da ripassare la geografia). Inizia davvero a far caldo, mi fermo a togliere il pile che avevo sotto la giacca.

Entro dentro Riga, la prima impressione non è positiva, la periferia è molto sovietica e po’ lasciata a sé ma man mano che mi avvicino al centro è sempre più interessante. Raggiungo subito la città vecchia, patrimonio dell’Unesco, faccio un giro a piedi, parecchi turisti ma noto una cosa, che ho notato anche durante il tragitto in moto passando dalla periferia: su 5 persone 4 sono donne, vedo donne ovunque, all’attesa del bus, che attraversano la strada, che parlano a telefono, in auto al semaforo accanto a me… pazzesco! Sono tutte donne! Chissà quale sarà l’incidenza sugli sinistri automobilistici! (Sto scherzando!!!)

Monumento alla Libertà, Riga

Il centro è proprio bello ma io non sono portato per apprezzare i borghi storici, cioè si, sono bellini ma mi annoiano, cerco qualcosa che mi stupisca davvero.

Nativity Cathedral

Dopo qualche foto e una rapida passeggiata mi dirigo verso Jūrmala che attira ogni anno moltissimo turismo per via delle lunghissime spiagge. Per raggiungere Jūrmala si paga un pedaggio di 2 euro per il transito del ponte, non ho proprio capito perché, lunghissima colonna di auto per pagare il ticket che non è neanche automatico ma bisogna inserire la targa a manina, io scendo anche dalla moto perché non la ricordo. Tolgo un altro strato, fa caldissimo oppure sono io che non sono più abituato, l’app mi dice che ci sono 24°C.

Noto che i prezzi della benzina si abbassano ancora! Qui in Lettonia costa 1.29 al litro. Che poi non ho mai capito perché in tutta Europa hanno due tipi di benzina: quella di tipo 95 e quella 98…comunque la prima costa meno ed io metto quella. Anche il cibo costa la metà rispetto ai nostri standard.

Finita la passeggiata in spiaggia torno alla moto parcheggiata lontanissimo, infatti non vi è accesso della strada in spiaggia ma la divide una fascia alberate con alcune ville e la strada è molto più distante. Riparto a bomba per la Lituania dove scatto la solita foto di rito al confine.

La prima cosa che noto sono le strade dissestate. Erano 6500 km che non trovavo buche e rattoppi. Il paesaggio diventa quasi pugliese, distese di campi e qualche ulivo qua e là. I prezzi scendono ancora, qui la benzina costa 1.19! Inizio a sentire altri rombi di moto, mi superano delle supersportive salutandomi, fantastico! Finalmente uno stato in cui ci sono altri bikers! Ora ne vedo altri arrivare dalla corsia opposta, sarà mica perché la benzina costa poco? Un tizio in macchina al semaforo mi suona salutandomi e facendomi il pollice in su, avrà visto la targa. Altri ragazzini mi vedono passare e fanno segno di sgasare, li accontento. Da queste piccole cose ho capito che i Lituani sono gente semplice. Cose così  non mi sono successe in altri stati. Ieri avevo visto su internet che sulla strada che avrei percorso vi era un luogo davvero inusuale. Cosi lo segno sul mio Google Maps e lo raggiungo: si tratta della Collina delle Croci. Man mano che mi avvicino vedo proprio una collinetta con un groviglio di croci. Era proprio quello che cercavo io, qualcosa che mi stupisse, che non avevo mai visto. Parcheggio e per fortuna ci sono anche altre persone perché è un po’ macabro.

Nel 1900 c’erano soltanto 130 croci sulla collina. Durante l’epoca sovietica, per tre volte le croci della collina furono completamente abbattute con le ruspe per disposizione del regime comunista, ma ogni volta ricomparivano sempre più numerose. Oggi si contano più di 400.000 croci di ogni dimensione

Intanto apro booking, nel paese accanto (Siauliai) non ci sono hotel ma solo guesthouse cioè case di famiglie che hanno una o più stanze per gli ospiti, ne prenoto una con buone recensioni a 30 euro. Arrivo e mi sembra una chiesa, in realtà tutte le case di questo paesino assomigliano a delle chiese post moderne. Suono il campanello ed esce un ragazzino, sembra un chierichetto. Nessun sorriso sul suo volto, mi porta su e mi fa vedere la mia stanza e mi consegna le chiavi del cancello e della porta. All’interno c’è anche il capo famiglia al tavolo con tante carte che fa dei conteggi… questa cosa l’ho notata anche in Svezia, tutte le guesthouse hanno un signorotto che fa i conti, forse devono pagarsi il mutuo e fanno i conti su come sopravvivere, non so. All’interno hanno un quadro enorme dell’Ultima Cena… salgo le scale, il parquet cigola, anche la porta della mia stanza cigola. Lascio tutto e dico al chierichetto che sarei uscito a cena. Fuggo dalla guesthouse per raggiungere il centro.

Percorro delle vie desolate di Siauliai e alla mia vista solo palazzi abbandonati in stile sovietico, tutti grigi e malandati. Il centro conta 4 posti dove poter mangiare, scelgo quello all’aperto almeno ho sotto controllo la moto parcheggiata. Mi consegnano il menu in lingua Lituana, chiedo quello in inglese che mi viene consegnato in modo un po’ scocciato. Non c’è granché… prendo una pizzetta e delle patatine fritte. Ecco vi posso condividere la foto fatta al cibo perché è difficile farvi capire quanto fa schifo quello che sto mangiando.

La pizza non riesco proprio a finirla, le patatine sono buone. I prezzi sono bassissimi, la pizza mi è costata 3 euro, le patatine 2 euro e la Grimbergen rossa media 3,50. Finisco e vado a pagare, voglio tornare in stanza.

Torno su, nella guesthouse sono già tutti a dormire, sono appena le 22:30. Salgo aiutandomi con il flash dell’iPhone e sento di nuovo lo scricchiolio delle scale e poi del parquet del corridoio fino all’apertura col pomellino della mia stanza. Sono salvo, mi chiudo dentro e sistemo le mie cose.

Mi uccideranno nel sonno? Non lo so ma lo scoprirò solo domattina se sentirò Angus Young suonare alla mia sveglia.